Quantcast
Channel: Messico – Gli occhi della guerra
Viewing all articles
Browse latest Browse all 5

Usa: “Tolleranza zero per i migranti”

$
0
0

Negli Stati Uniti non importa che tu sia giovane o anziano, uomo o donna, regolare o clandestino. L’unica cosa importante è che tu non delinqua. Sul territorio americano sono presenti 2,1 milioni di immigrati illegali, entrati nel paese prima del 2000, quando erano ancora bambini.

Queste persone (conosciute come “Dreamers” o “soñadores”) non hanno permessi di lavoro o di soggiorno eppure frequentano le scuole e le università statunitensi dove conseguono i relativi titoli di studio, lavorano, hanno una casa, degli amici e la loro vita è ormai radicata negli States. In qualche modo il sistema legislativo statunitense tollera la loro presenza e, dopo 10 anni di clandestinità, fornisce loro anche alcuni privilegi.

Il presidente Barack Obama ha ottenuto l’approvazione di una legge in favore dei Dreamers, firmata dal Congresso il 12 agosto del 2012, che li mette al riparo dalla deportazione, offre loro la possibilità di richiedere permessi di lavoro biennali rinnovabili, di accedere all’assistenza medica e gli consente di sostenere esami per ottenere la patenti di guida.

Eppure, fra il 2012 ed il 2015 sono stati deportati circa 5 milioni di “indocumentati” e le numerose associazioni per i diritti umani di ogni parte del mondo si sono subito scagliate contro le leggi migratorie statunitensi bollandole come fredde e disumane. È vero, sono numerosi  i casi di famiglie divise, di genitori separati dai figli, di persone deportate dopo aver vissuto un’intera vita negli States. Quello che non tutti sanno è che la deportazione non è frutto di un’azione arbitraria ma avviene esclusivamente come conseguenza di un’azione criminale.

Secondo uno studio dell’ICE (United States Immigration and Customs Enforcement), queste sono le principali cause di espulsione dal suolo statunitense:

1 Entrare illegalmente negli USA: tutti coloro che vengono arrestati mentre tentano di attraversare la frontiera sono i primi ad essere deportati. Non c’è possibilità d’appello.

2 Aver commesso un delitto: tutti i migranti, includendo coloro i quali hanno i documenti in regola, che abbiano commesso un delitto grave come omicidio, traffico di armi o droga, o abusi sessuali vengono condannati ad una pena detentiva e poi espulsi.

3 Violenza domestica: tutti gli stranieri che siano stati condannati per violenza domestica vengono immediatamente deportati; le leggi statunitenti in quest’ambito sono molto severe ed è bene spiegare che rientrano in tale reato anche l’abuso psicologico e le minacce.

4 Restare oltre il periodo concesso: le persone con visto turistico o gli studenti stranieri che restano sul suolo americano oltre il periodo di scadenza del visto corrono il rischio di essere deportate e di non poter più rientrare negli Stati Uniti

5 Matrimonio per convenienza: chiunque ottenga una Green Card  (autorizzazione rilasciata dalle autorità degli Stati Uniti d’America che consente ad uno straniero di risiedere sul suolo degli U.S.A. per un periodo di tempo illimitato) attraverso un matrimonio finalizzato all’ottenimento della stessa, perde ogni diritto e viene immediatamente deportato.

6 Traffico di esseri umani: viene giudicato colpevole di tale reato anche chi aiuti oppure ospiti un immigrato clandestino o anche solo suggerisca a qualcuno di entrare illegalmente nel paese.

A volte è sufficente una multa non pagata, una rissa o un qualsiasi reato minore (i cosiddetti “misdemeanor”) a far scattare l’espulsione ma nella maggioranza dei casi questa è frutto di un reato grave.

Abbiamo intervistato per esempio il veterano di guerra Oscar Pacheco Leyva, arruolatosi durante la guerra in Vietnam e congedato con onore dall’esercito. È stato deportato dopo dopo aver tentato di trasportare sul territorio statunitense un carico di cocaina. Un altro caso simile è quello di Alex Murillo, ex meccanico della portaerei nucleare USS George Washington. È stato trovato in possesso di un borsone pieno di marijuana, così è stato deportato. A nulla è servito il suo status di veterano, o il fatto che sua moglie e i suoi 4 figli fossero cittadini americani: è stato bandito a vita.

Ovviamente anche le leggi migliori vengono applicate dagli uomini e non mancano i casi di errori; ci sono documentati casi di violazioni dei diritti dei migranti e applicazioni arbitrarie delle leggi. Alcune delle donne da noi intervistate sono state espulse dopo essere state denunciate dgli stessi aguzzini che ne abusavano e, per dimostrare la loro innocenza, sono attualmente in causa in attesa che la giustizia faccia il suo corso. Altri invece sono vittime di un sistema fiscale e intransigenze che non permette ignoranza e che filtra chi non è in grado di difendersi;  molto spesso sono proprio questi ultimi i casi sventolati come bandiere da chi vuole leggi meno severe, ma sono solo una piccola parte di una realtà ben più ampia e complessa che rientra nella politica di “tolleranza zero” perseguita dal Congresso Americano in seguito agli attentati dell’11 settembre e alle sempre più frequenti minacce del terrorismo islamico. E nessuno, nel bene o nel male, può dire ad uno stato cosa è giusto o sbagliato fare per difendere la propria gente.

I deportati sono dunque criminali o vittime? Resterà sempre questo l’eterno dilemma che divide chi si sente discriminato da leggi che, a torto o a ragione vengono considerate razziste, da coloro i quali semplicemente difendono il proprio diritto a scegliere chi può stare e chi no entro i propri confini.


Viewing all articles
Browse latest Browse all 5

Trending Articles